FONDO PENSIONI PER IL PERSONALE DELLA CASSA CENTRALE DI
RISPARMIO V.E. PER LE PROVINCE SICILIANE – PALERMO
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INFORMAFONDO
Foglio di informazione per gli iscritti sulla vita del Fondo
– Marzo 2007 –
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LETTERA DEL PRESIDENTE AGLI ISCRITTI DEL FONDO
Da parte di alcuni iscritti sono state inviate delle lettere con le quali seppure con toni diversi,
vengono richiesti chiarimenti e sollevate osservazioni in ordine alle iniziative ultimamente intraprese dal
C.d.A. relativamente al progetto di trasformazione del Fondo e di riparto dell’avanzo.
Da ultimo è pervenuta, firmata da oltre 200 iscritti, la lettera che, tenuto conto del numero dei
sottoscrittori e della circostanza che riassuma l’intero panorama delle perplessità già frammentariamente
rappresentate in altre note, vogliamo riportare integralmente.
“Al Sig. Presidente
del “Fondo Pensioni per il personale
della Cassa Centrale di Risparmio VE”
Piazza Castelnuovo, 35
90100 – PALERMO
Come ben noto, nella primavera del trascorso 2006 si è provveduto al rinnovo delle cariche sociali del
nostro “Fondo Pensioni” ritenuto, a ragione, gioiello di assoluto valore ed interesse.
Ricordiamo tutti come l’intera rosa dei candidati, compresi quindi anche gli attuali Amministratori, abbia
posto come primo ed irrinunciabile impegno la realizzazione immediata della riforma statutaria a mezzo di
apposito referendum e la conseguente ripartizione dei benefici provenienti dal cospicuo “sopravanzo”; il
tutto secondo i criteri e le modalità fissati già dal c.d. “tavolo tecnico” al quale avevano partecipato le
rappresentanze di tutte le componenti del Fondo, raggiungendo tra l’altro una rara ma gradita soluzione
condivisa.
Siamo ormai giunti al febbraio 2007 e, a parte riunioni, scambi di corrispondenza, caminetti e diatribe varie
circa la contesissima nomina del Direttore Generale, nulla o molto poco si è visto di effettivamente concreto
volto al rispetto degli impegni presi e delle aspettative generali.
La delusione è certamente forte, dire che in giro c’è aria di fronda è sicuramente un eufemismo, l’aria infatti
nel giro di pochi giorni o settimane avrà sempre più le caratteristiche di vento forte fino a burrasca che
potrebbe causare il susseguirsi incontrollato ed autonomo di iniziative scollegate, idonee soltanto a
procurare gravi conseguenze che, anche volendo essere preventivo scudo da guai peggiori, potrebbero esse
stesse costituire grosso guaio; in ogni caso eventi spiacevoli da evitare.
Nel rispetto della verità, è doveroso dire che codesto CdA non ha mancato di prendere le iniziative
necessarie volte alla soluzione del problema e, nel tentativo di rispettare gli impegni, ha infatti provveduto a
ricontattare il Banco di Sicilia, “partner” ipotetico del su citato accordo base, ricevendo però dallo Stesso
un rifiuto, forse prevedibile, stante gli eventi che nel frattempo hanno interessato il detto Istituto di Credito.
A fronte di tale rifiuto, anziché andare alla ricerca di altro “partner” credibile, nell’eventualità che già
qualcuno non si fosse spontaneamente ed interessatamente avanzato, l’attuale CdA ha sposato il percorso,
secondo noi, più lungo e più difficile, cioè quello della prioritaria dismissione del patrimonio immobiliare al
fine di precostituire la liquidità necessaria per procedere alla riforma, al referendum ed alle auspicate
attribuzioni.
Non si comprende comunque come mai il Banco di Sicilia, sempre giustamente attento agli affari, non
ritenga conveniente, sia finanziariamente (volumi) che economicamente (redditività), approntate esso stesso
l’anticipazione urgentemente utile ai nostri fini, tra l’altro a fronte di una ipotesi, non remota, di una perdita
a breve dell’intero importantissimo rapporto con Il “Fondo Pensioni”; ma tuttavia così pare che sia nei
fatti.
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Malgrado il rispetto, la simpatia ed il bene che ciascuno di noi rivolge, a vario titolo, al Banco di Sicilia,
riteniamo che laddove il CdA del Fondo avesse offerto a qualsiasi altra Istituzione Creditizia la cospicua
liquidità “cash” e “mobiliare” di cui certamente dispone, nonché la garanzia dell’ancora
più cospicua consistenza patrimoniale immobiliare, ci sarebbe stato soltanto l’imbarazzo della scelta.
E’ dato pensare infatti che qualsiasi Istituzione Finanziaria, qualora interpellata, avrebbe trovato
conveniente partecipare al “progetto” da tutti condiviso, offrendo con immediatezza la propria disponibilità
e fornendo, anche sotto forma di anticipazione, la necessaria liquidità per rendere possibile il percorso che
si era stabilito.
Di certo, una cosa è vedere soggettivamente con simpatia e benevolenza il BdS, altra invece amministrare e
rappresentare gli interessi di una collettività che devono, nostro malgrado, passare sopra i
“sentimentalismi”.
Quanto rappresentato, ben lungi da essere ritenuta una verità assoluta, vuole invece soltanto portare a
conoscenza una opinione diffusa, ed essere semplicemente un mezzo per invitare codesto CdA a seguire,
prioritariamente, la strada della “riforma”, con i mezzi che vorrà ritenere più opportuni; tale urgenza al
fine di determinare i “principi ed i metodi” necessari per il soddisfacimento degli interessi legittimi di
ciascuno, tra i quali è improcrastinabile il riconoscimento di diritti certamente maturati ma ancora non
sanciti (vedasi riconoscimento della base pensionabile del premio di rendimento) benché oggetto di
procedimenti giudiziari non ancora definiti.
L’urgenza è più che tale in quanto, volendo seguire il percorso che privilegia temporalmente la dismissione
immobiliare, si perderà inevitabilmente tanto di quel tempo (salvo dimostrazione contraria), prima della
“riforma”, da correre il gravissimo rischio che l’intervento di una “nuova legislazione” possa spegnere
definitivamente le aspettative degli iscritti e sancire la perdita di quei diritti, come già detto spettanti ma non
ancora formalmente regolamentati.
A questo punto gli eletti, attuali Amministratori, si trovano ad un bivio: o riconoscere di non potere
mantenere gli impegni, non riuscendo a rispettare il mandato loro affidato, e prendere, a coerenza, le
opportune iniziative (cosa invero non auspicata da alcuno); oppure indire, con la massima urgenza, una
riunione aperta a tutti gli iscritti per indicare con chiarezza il percorso che si intende seguire, i motivi che lo
sostengono e soprattutto i tempi di realizzo, senza ricorrere alla solita informativa unilaterale
“informafondo” che, pur utile e gradita, non raccoglie gli umori degli interessati e non consente alcun
contraddittorio; il momento lo esige.
Tutti noi abbiamo già assistito alla scomparsa della “SICILCASSA S.p.A.”, abbiamo subito la traumatica
“amputazione” di gran parte dei nostri diritti relativi al “F.I.P.”, siamo sicuri che nessuno sia più in grado
di tollerare un ultimo ed ancor più grave danno.
Questo documento non è un atto di accusa, né intende avere alcunché di contenuto polemico; rispettiamo la
serietà, la riconosciuta correttezza e le caratteristiche professionali sia del Collegio Sindacale sia dei
componenti del CdA che, in gran parte, molti di noi conoscono personalmente e di cui si pregiano di essere
amici, ma vuole invece essere una accorata espressione di preoccupazione, condivisa da tanti altri, anche
per l’ormai prossima riforma dei “Fondi Pensione” annunciata e prevista per il giugno prossimo.
In virtù delle opinioni rappresentate, riteniamo che sia opportuno ed adeguato al “comportamento medio
del buon padre di famiglia”, preservare immediatamente i diritti e le aspettative legittime dei soci, indire
con tempestività il referendum per la riforma e trasformazione del Fondo e procedere alla formalizzazione
dei criteri, già determinati, che dovranno regolamentare le prestazioni, ciò o ricorrendo ad altro partner
oppure ponendo in essere tutte le iniziative idonee ad evitare danni gravi ed irreparabili per i soci e, solo
successivamente procedere, con la trasparenza che Vi distingue, alla dismissione del significativo
patrimonio immobiliare già precedentemente stimato.
Per concludere, auguriamo a tutti i componenti del CdA un buono e proficuo lavoro, nella speranza che in
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futuro non si debbano addensare, anche sul nostro “Fondo Pensioni”,beghe e pericolose tensioni giudiziarie
che vedrebbero miseramente contrapposte le comuni vittime di un processo di sfascio che, avviato da troppo
tempo, è cominciato male ma si potrebbe concludere peggio con la mortificazione collettiva.
E’ gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.”
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Onde potere compiutamente sviscerare le varie questioni sollevate, con ciò sperando di dare un
contributo di chiarezza e dissipare le comprensibili perplessità e dubbi che operazioni complesse quali quelle
che il Fondo si appresta ad affrontare possono generare, questa Presidenza, piuttosto che rispondere ai singoli
sottoscrittori, preferisce sottoporre alla valutazione di tutti gli iscritti le seguenti considerazioni:
Preme, preliminarmente, ricordare che l’attuale C.d.A., insediatosi nella pienezza dei poteri all’inizio
del mese di luglio, si è trovato a gestire una situazione di assoluta novità rappresentata dal dichiarato non
interesse del Banco sia alla dismissione del patrimonio immobiliare, sia alla creazione presso il Fondo di un
contenitore unico della previdenza di tutti i dipendenti del Banco, rinunciando, di fatto, al ruolo previsto
dalla trattativa avviata dal precedente Consiglio.
Tale mutato orientamento ha costretto il Fondo a misurarsi con una realtà radicalmente diversa che
ha comportato l’assunzione di decisioni strategiche delicate e coraggiose.
Per la trasformazione del Fondo in complementare e per la ripartizione dell’avanzo, occorre tenere
presente che è indispensabile trasformare il patrimonio immobiliare del Fondo in patrimonio “liquido”.
Ed il progetto disegnato dal precedente Consiglio, perseguiva tale risultato attraverso il ruolo determinante
del Banco.
Il Banco, infatti, assumeva la garanzia di collocare l’intero patrimonio immobiliare ad un prezzo non
inferiore a 160/mln di euro che avrebbe provveduto a versare al Fondo, fermo rimanendo il riconoscimento
delle ulteriori somme rivenienti dall’eventuale maggiore realizzo che fosse riuscito a scontare in fase di
collocazione.
Tale operazione, non deve essere confusa con una pura e semplice anticipazione garantita da
immobili.
Nella prima, infatti, il patrimonio immobiliare è come se fosse già collocato e tutti i rischi collegati
all’alienazione non gravano sul Fondo che, avrebbe visto, in ogni caso, garantito il conseguimento del prezzo
base (160/mln). Nell’anticipazione, viceversa, tutti i rischi collegati all’operazione (incendio o distruzione
del bene, collocamento a prezzo inferiore rispetto alle stime ecc.) graverebbero sul Fondo al quale
resterebbe, in ogni caso, l’onere della vendita con la relativa alea.
Tale precisazione risulta necessaria in quanto permette di comprendere che il ricorso
all’anticipazione (oltre che rappresentare un costo per il Fondo) consentirebbe di realizzare una liquidità
condizionata dall’esito del futuro realizzo.
E’ ovvio che in tale situazione qualunque ripartizione di avanzo non verrebbe autorizzata dalla
COVIP (cosa questa, peraltro, ulteriormente confermata) perchè risulterebbe rischiosa ed incerta in quanto
fondata su ipotesi di realizzo tutte da verificare sia per quanto riguarda la materiale dismissione sia per
quanto concerne il quantum del valore di realizzo.
Peraltro, per quel progetto l’unico partner ipotizzabile era il Banco che nella qualità di datore di
lavoro avrebbe potuto, alimentare con la propria contribuzione le posizioni individuali degli iscritti in attività
di servizio nell’ipotesi di creare presso il Fondo il contenitore previdenziale unico per tutti i propri
dipendenti.
Un partner diverso dal Banco non potendo assumere la funzione di fonte costitutiva della
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previdenza complementare si accosterebbe al Fondo solo per l’eventuale anticipazione che come precisato
non cambierebbe le prospettive degli iscritti.
Pertanto, in conseguenza del mutato scenario dovendo affrontare direttamente l’operazione di
dismissione del patrimonio, il CdA ne ha deliberato la relativa procedibilità nella seduta del 19 ottobre 2006
subito dopo, quindi avere appreso dal Banco l’indisponibilità a riprendere le trattative interrotte.
Per la dismissione del patrimonio immobiliare il Fondo, poi, ha scelto la strada dell’asta
internazionale affidandosi ad un advisor che verrà scelto, in considerazione delle migliori condizioni offerte,
tra i cinque, di prestigio nazionale ed internazionale, già selezionati da un’apposita commissione.
Tale scelta, conforme ad altre realtà similari che hanno provveduto alla dismissione del patrimonio
immobiliare, garantisce la massima trasparenza e consente la migliore valorizzazione del patrimonio del
Fondo.
Peraltro, sulla base delle esperienze di altri Fondi che hanno, ribadiamo, utilizzato il medesimo
sistema è prevedibile che l’intera operazione (una volta dato l’incarico all’advisor prescelto) potrà essere
portata a compimento nel giro di otto-dieci mesi e quindi, verosimilmente entro il corrente anno o al più tardi
nei primi mesi del successivo anno 2008.
Nel contempo è stato confermato l’incarico di predisporre l’articolato del nuovo statuto ai consulenti
che in passato ne avevano già stilato una prima bozza e, nell’arco di qualche mese, saranno in condizione di
licenziare il nuovo testo, tant’è che non è da escludere la possibilità che nel più breve tempo possibile si
possa arrivare all’indizione del referendum, così come peraltro già preventivamente deliberato dal C.d.A.
nella seduta del 24/1/2007.
Da quanto precede emerge con chiarezza che le due direttrici hanno tempi di percorrenza diversi e
ciò spiega perché il Fondo ritiene oggi di spingere sulla strada (più lunga) della dismissione del patrimonio
immobiliare in modo da sovrapporre i tempi per il completamento delle attività necessarie alla riforma ed
evitare quindi la loro sommatoria, che comporterebbe, di per sé, tempi notevolmente più lunghi.
Peraltro, per quanto superfluo il richiamo all’attenzione su tale punto, risulta di tutta evidenza che la
liquidità derivante dalla dismissione patrimoniale consentirà, soprattutto per i soci che non opteranno per il
riscatto, l’acquisizione di una maggiore forza contrattuale nella scelta di quel partner che sarà nelle
condizioni di offrire le migliori condizioni possibili per il Fondo per tutte le successive operazioni.
Questa, ad oggi, l’attività che il Consiglio ha svolto sulla strada delle riforme. E’ stata una strada non
aliena da difficoltà a seguito del mutamento di rotta da parte del Banco.
E’ chiaro che senza questo imprevisto oggi, così come si era pensato in campagna elettorale,
l’obiettivo sarebbe più a portata di mano, ma la responsabilità del ritardo non può essere imputata ad un
Consiglio che di fronte ad una situazione né voluta né cercata si è fattivamente adoperato nella
individuazione di strategie e strade alternative che non devono apparire come causa di ulteriori ritardi ma
come effetto della rinuncia del Banco a partecipare da protagonista all’intero progetto.
Risulta comunque gradita l’attenzione sempre alta sui problemi del Fondo che costituisce un
ulteriore stimolo per proseguire con determinazione sulla strada della riforma, obbiettivo comune fortemente
sentito e mai dimenticato.
Conclusivamente non si può non rassicurare e ribadire con forza l’impegno di tutto il C.d.A. e del
Presidente, nella consapevolezza del tanto tempo precedentemente trascorso, di raggiungere l’obbiettivo
delle riforme nel più breve tempo possibile, nella certezza che si procederà speditamente e senza riserva
alcuna con il coinvolgimento dei soci e delle OO.SS. per portare a compimento il delicato lavoro intrapreso.
Nelle more di organizzare e definire un programma di incontri che possa consentire un sano e
costruttivo confronto con tutti gli iscritti, si resta a disposizione per qualunque approfondimento si dovesse
rendere necessario e si porgono cordiali saluti.
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Palermo, marzo 2007
Il Presidente
(Giuseppe Tagliaferri)
Si comunica che in data 13 marzo 2007 il Sindaco Dr. Saverio Grutta è stato eletto Presidente del
Collegio Sindacale, in sostituzione del Dr. Salvatore Cozzo.
Dovendosi provvedere al regolare aggiornamento delle posizioni degli iscritti al Fondo, anche in
vista di una prossima riforma statutaria, preghiamo tutti quegli iscritti che recentemente avessero
modificato la propria posizione (attivo/pensionato/esodato) o il proprio domicilio di volerci cortesemente
restituire l’allegato modulo di comunicazione debitamente compilato e sottoscritto.
La informiamo che i dati da Lei eventualmente forniti saranno trattati nel rispetto di quanto previsto
dalla L. 196/2003, cosiddetta legge sulla privacy.
Può trasmettere il suddetto modulo a mezzo posta ordinaria ovvero via fax al numero 091/7498241.
La invitiamo inoltre a visitare il nostro sito web, all’indirizzo www.fondoccrve.com sul quale potrà
trovare informazioni, news e la modulistica aggiornata per quanto concerne prestiti, locazioni e pensioni.
Abbiamo inoltre il piacere di invitarLa a visitare la mostra dal titolo “La C.C.R.V.E. e il suo
personale” che sarà allestita presso i nostri locali siti in piazza Castelnuovo n° 35 piano 2° e organizzata
dall’Associazione No Profit tra gli ex dipendenti della C.C.R.V.E..
La mostra sarà inaugurata Sabato 17 marzo alle ore 11.00 e resterà visitabile dal 19 al 23 marzo nei
seguenti orari: ore 10.00-14.30; ore 16.30-18.30.
Cordiali saluti.
La Presidenza
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ALLEGATO 1
Spett.le Fondo Pensioni per il
Personale della C.C.R.V.E.
Piazza Castenuovo, 35
90141 Palermo (PA)
Il sottoscritto, ____________________________________________, matricola ___________,
nato a ______________________________________(_____) il ____ / ____ / ________,
e residente a ____________________________________________________________(_____)
in via/piazza _________________________________________________________ n° _______,
tel./cellulare ____ / _____________, indirizzo e-mail __________________________________,
dichiara, ai fini dell’aggiornamento della propria posizione presso gli archivi elettronici di codesto
spettabile Fondo, che attualmente la propria posizione è la seguente:
In servizio presso Banco di Sicilia S.p.A.;
In servizio presso: ____________________________________________________;
In accompagnamento alla pensione (esodo volontario) dal ____ / ____ / ________;
In pensione dal ____ / ____ / ________ presso uno dei seguenti Enti:
Banco di Sicilia S.p.A. c/Gest. Spec. Inps INPS Gest. ord. altra gestione.
Il sottoscritto comunica inoltre, che:
desidera ricevere le comunicazioni da parte del Fondo (InformaFondo, etc.);
non desidera ricevere nessuna comunicazione da parte del Fondo.
Il sottoscritto presta il consenso al trattamento dei dati personali secondo quanto previsto dalla
L. 196/2003, per l’utilizzo ai soli fini statutari.
_____________________ lì ____ / ____ / ________
Firma
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